Che cosa hanno in comune il leggendario "Ben-Hur", undici premi Oscar, e il trasgressivo "Così fan tutte di Tinto Brass"? "Il vangelo secondo Matteo", capolavoro di Pierpaolo Pasolini, e "Antropophagus" di Joe D‟Amato? "I tre volti della paura" e "Brancaleone alle crociate", "Il marchese del Grillo" e "Ladyhawke", "Demoni" e "Speriamo che sia femmina"? Hanno sicuramente in comune due cose: essere momenti importanti della filmografia italiana e internazionale e soprattutto aver diviso con gli altri una location d'eccezione, uno splendido territorio, il territorio di Canale Monterano, solcato dalle acque del Mignone e del Bicione, caratterizzato dalle antiche rovine di Monterano, da quella piccola gemma che si chiama Stigliano e da quel posto incantato che è l'Eremo di Montevirginio.
Il rapporto tra Canale e il cinema nasce da un particolare a prima vista banale e certamente poco romantico. Prima che luogo d'arte e di natura incontaminata, il nostro territorio possedeva il requisito della vicinanza a Roma e agli studi cinematografici di Cinecittà, e Canale Monterano, così come tutto l'hinterland romano, poteva essere raggiunto in poco più di un'ora, permettere riprese in esterna a basso costo, mettere a disposizione i suoi scenari storico-naturali per la realizzazione di centinaia di opere cinematografiche.
Fa un certo effetto pensare che le scene di molti film siano state girate negli stessi luoghi in cui generazioni di canalesi (e non solo) hanno pescato, corso, passato serenamente le pasquette, così come il cinema, a Canale, non fu e non sarà mai solo la storia di una scenografia naturale, ma la vicenda di uomini e donne che in quella scenografia hanno pure vissuto e lavorato.
Monterano
L'antico abitato di Monterano, e la Chiesa di San Bonaventura in particolare, sono stati da sempre tra le locations preferite dal cinema italiano ed estero. |
Musoduro (1954) |
Antropophagus (1980) |
Mignone/Bicione
Il Mignone nasce sui monti Sabatini, nel territorio di Vejano, a nord-ovest del lago di Bracciano, attraversa il territorio dei monti della Tolfa, di cui costituisce il confine settentrionale, e sfocia dopo 62 km nel Tirreno tra Lido di Tarquinia e Civitavecchia, presso Sant'Agostino. Nel suo tratto medio scorre per otto chilometri all'interno della Riserva Monterano e riceve le acque del torrente Bicione. |
Camicie Rosse (1952) |
Quelle sporche anime dannate (1971) |
Stigliano
I Bagni di Stigliano (Aquae Apollinares Vetere) erano considerati un luogo di sosta sia per gli Etruschi ma anche per i Romani che di ritorno dalle campagne militari si fermavano per riposarsi. Sebbene la zona venne abbandonata ai tempi delle invasioni barbariche, le Terme non furono mai dimenticate ma ristrutturate sul finire del ‘700 dalla famiglia Altieri. Oggi offrono un ambiente elegante e raffinato in sintonia con la grandezza del passato e con i comfort del nostro tempo. |
Metello (1970) |
altre locations
Palombara Ladyhawke (1985) |
Casale Persi Ladyhawke (1985) |
Eremo di Montevirginio Tre notti d'amore (1964) |
Cimitero comunale Delitto sull'autostrada (1982) |
Madonna delle Grazie I 4 monaci (1962) |
S. Maria Assunta in cielo Il provinciale (1971) |
Palazzo comunale Il provinciale (1971) |
Loc. Mercareccia Ponzio Pilato (1963) |
Le informazioni sono prese dai lavori di Sara Pulvirenti (Canale Memoria, https://canalememoria.wordpress.com/) e Alessandro Bettarelli ("Canale Monterano, Terre di Cinema", ed. in proprio).