"Mettere in palio" o "vincere il palio" sono espressioni di uso comune che risalgono al linguaggio medioevale, quando il latino era una lingua in parte ancora parlata. In alcuni comuni italiani, in concomitanza di feste popolari o religiose, si organizzavano tornei equestri e gare a carattere rionale detti "Palium" o "Pallium", la cui etimologia di "mantello" indicava un prezioso drappo di seta che era assegnato in premio ai vincitori della gara.
Il Palio delle Contrade coincide con i festeggiamenti dei Patroni di Canale Monterano, San Bartolomeo Apostolo e Santa Calepodia, ripresi dalle tradizioni tramandate dagli antichi abitanti di Monterano sulle feste propiziatrici per una buona vendemmia, i rinomati "Baccanali" (da Bacco dio del Vino), che si svolgevano proprio nel periodo di fine Agosto (lo stesso periodo in cui anche oggi si svolge il Palio delle Contrade) e si concludevano con solenni banchetti in piazza a base di porchetta e vino Alicante di Monterano. E proprio dai fatti e dalle tradizioni monteranesi si arriva ai giorni nostri, passando dal 1968 quando la fantasia e l'estro di un nostro compaesano purtroppo scomparso, Fulvio Evangelista (detto il Maresciallo), prese spunto appunto dalla storia monteranese per mettere in piedi, insieme alla Pro Loco di allora, una manifestazione che rievocasse quelle antiche feste.
Descrivere il Palio delle Contrade non è sicuramente cosa facile, ma non perché non si capirebbe il significato e il funzionamento, ma perché questo Palio, così come tanti altri, va visto e vissuto con l'intensità l'emozione e il coinvolgimento del momento che si può comprendere solo guardandolo in prima persona, perché vivere il Palio è poter assisterete a qualcosa di unico in Italia per la sua particolarità e per come ci si possa far coinvolgere dal pathos delle gare.
La festa inizia con la lettura del Bando del Palio e con il Corteo storico composto da circa 200 figuranti (dame e cavalieri in rappresentanza delle sei Contrade) che sfilano indossando preziosi abiti del periodo alto medievale, realizzati dalle mani esperte delle sarte del Paese, e con al seguito i vari gruppi di sbandieratori, tamburini, soldati a cavallo, musici e altri personaggi che ravvivano la lunga sfilata.
Ognuna delle sei Contrade mette in campo una squadra, formata da 4 corridori + uno di riserva, che dovrà correre, disputando batterie ad eliminazione diretta, sui 135 metri del corso di Canale, portando in spalla la Barella col Bigonzo (tipico attrezzo con recipiente in legno utilizzato in tempi passati per la vendemmia) di un peso minimo di 45 Kg. Quindi i 4 corridori, che in un certo senso sono legati tra loro (avendo ognuno in spalla un braccio della barella), dovranno restare vicinissimi cercando il più possibile la coordinazione e il passo giusto per evitare qualsiasi contatto che potrebbe essere causa di cadute.
Cosa si vedrà assistendo al Palio forse lo si può immaginare. Magari quelli un po' più scettici penseranno al solito corteo storico che si vede ormai in molti paesi o città, alle solite dame e cavalieri, ai soliti tamburini, ai soliti sbandieratori e a tutti gli altri figuranti che popolano questi cortei. Questo può essere vero ma solo in parte perché ogni corteo di questo genere ha le sue particolarità, le sue sfumature e i tanti momenti che si possono scoprire e apprezzare soltanto vivendolo. Ma quello che seguirà il Corteo sarà un evento del tutto particolare, che farà entusiasmare e restare col fiato sospeso: la Corsa del Bigonzo, quattro ragazzi per Contrada che corrono per contendersi la vittoria e quindi il Palio. Ragazzi che devono fare affidamento solo sulle loro forze, fisiche e psicologiche.
In questa gara c'è la volontà, il sacrificio e la fatica di giorni e giorni di allenamento, lo sforzo fisico di questi atleti che, soli con se stessi, mettono in moto una sorta di macchina umana che li deve portare all'arrivo volando per i 135 metri del percorso. Emozioni, sensazioni e paure che solo chi ha partecipato, anche per una sola volta, può raccontare, può sapere cosa si prova in quei momenti, come ti senti prima, durante e dopo la corsa: la tensione della partenza con le gambe che tremano e la paura di non riuscire nemmeno a partire, lo sforzo della corsa che sembra non finisca mai, e all'arrivo l'amarezza e la delusione dopo una sconfitta o meglio l'entusiasmo e la gioia dopo una vittoria, ma soprattutto l'esaltazione e la felicità di un'intera Contrada dopo la conquista del Palio.
E' soprattutto per questo che il Palio bisogna viverlo e magari, come non contradaiolo, affezionarsi a un emblema, ai colori, a una squadra, al calore che trasmette una Contrada, per diventare simpatizzante e, nel caso, festeggiare tutti insieme la vittoria finale ed entrare nel mondo della Contrada che non si limita solo al Palio ma che vive tutto l'anno con tante altre manifestazioni.
“Mettere in palio” (to put up for grabs) or “vincere il palio” (to win the palio) are common expressions dating back to medieval times, when latin was partly still spoken. In some Italian municipalities, in connection with popular or religious festivals, equestrian tournaments and local races called "Palium" or “Pallium” were organized. The ethimology of “Pallium” indicated a precious silk mantle which was awarded to the winners of the competition.
The Palio delle Contrade coincides with the celebrations for the Patrons of Canale Monterano, San Bartolomeo Apostolo and Santa Calepodia, taken from the traditions handed down by the ancient inhabitants of Monterano on the propitiatory festivals for a good harvest, the famous "Baccanali" (from Bacchus, the god of wine) which took place at the end of August (the same period in which even today the Palio delle Contrade takes place) and ended with solemn banquets in the square with porchetta and wine from the Alicante of Monterano. And from the facts and traditions of Monterano we get to the present days, passing through 1968, when the fantasy and creativity of one of our fellow citizens sadly passed away, Fulvio Evangelista (nicklamed Maresciallo), took inspiration from the history of Monterano to set up, together with the pro-site, an event which re-evoked the ancient festivities.
It’s not easy to describe the Palio delle Contrade, not because you wouldn’t understand its meaning and how it works, but because this Palio, just like many others, needs to be seen and lived with the intensity, the emotion and involvement of the moment that can be understood only by looking at it in first person. To live the Palio means to witness something unique in Italy, an event full of pathos that will capture you.
The festival begins with the reading of the Notice of the Palio and with the historical parade composed of about 200 participants (ladies and knights representing the six districts) marching in precious early medieval dresses made by the expert hands of the seamstressess of the town, with various groups of flag-wavers, drummers, soldiers on horseback, musicians and other characters that liven up the long parade.
Each of the six Districts puts in place a team composed by 4 runners + 1 substitute which have to run, in knockout batteries, along the 135mt of the main street of Canale with a Barella col Bigonzo (litter with a bigonzo, a typical tool with a wooden tub used in the past for transporting harvested grapes) on their shoulders of a minimum weight of 45 kg. So the 4 runners, tied together (since they both carry on their shoulder one arm of the barrel), will have to keep close to each other trying to coordinate the step in order to avoid any contact that may cause them to fall.
Maybe you can easily imagine what you will see when attending the Palio. Maybe the more skeptical will think it’s the usual historical parade you can see in many villages or towns, with the usual ladies and knights, the tambourines, the flag-wavers and all the other figures parading along the street. This is only true in part, because each parade of this kind has its own peculiarities, its nuances and moments you can discover and appreciate only by living them. What will follow the parade will be a very special event that will thrill you and leave you breathless: la Corsa del Bigonzo, 4 boys per district who run to win the Palio. Boys who can only count on their own physical and psychological strength.
In this race there is the will, the sacrifice and the fatigue of days and days of training, the physical effort of these athletes who, alone, set in motion a human machine which has to get them to the arrival flying for 135mt. Emotions, feelings, fears that only who participated, even once, can tell and understand: he only knows how you feel, how you were feeling before and during the race, the tension of the start with the legs that shiver and the fear of even failing to start, the effort of the race that seem to never end, the disappointment and bitterness after a defeat, the joy and enthusiasm after a victory, but above all the exaltation and happiness of an entire district after the conquest of the Palio.
That’s why you should live the Palio and, even when not belonging to any district, get attached to an emblem, to the colors, to a team, to the warmth conveyed by a district and become a sympathizer and, in case, celebrate together the victory and finally enter the world of the district that is not just the Palio, but also many other events during the year.