l'eremo di Montevirginio

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Eremo dei Carmelitani (XVII secolo) - Hermitage of the Carmelites (XVII century)Immerso in un bosco di castagni, noccioli e faggi, prese forma nei primi anni del ‘600 quando gli Orsini di Bracciano e di Monterano manifestarono la loro intenzione di favorire la costruzione di un eremo sul Monte Sassano, così chiamato per la presenza di massi di trachite (pietra manziana), che in seguito prese il nome di Monte Virginio, in onore del fondatore del convento, per poi cambiare ulteriormente nome in Monte Calvario dopo la costruzione di una Via Crucis (sebbene oggi nella parlata locale sia conosciuto come Monte dell'Eremo). Virginio Orsini, frate carmelitano, dopo aver rinunciato ai suoi beni, convinse suo fratello il duca Paolo Giordano, a donare un'ingente somma di denaro ai Padri Carmelitani Scalzi per avviare la costruzione dell'eremo. I lavori iniziarono nel 1651 per terminare diciassette anni dopo, nel 1668. Nel 1670 fu inaugurata la Chiesa, nel 1810 i padri lasciarono l'Eremo a causa della soppressione napoleonica, ma il 23 novembre 1811 un certo Giuseppe Merenda, tenente del 3° reggimento al comando del marchese Massimi, lo riacquistò per 26.010 franchi dal governo napoleonico, permettendo così ai padri di farvi ritorno nel 1817. Nel 1873 il Convento venne posto all'asta e acquistato dal principe Altieri che lo vendette ai Carmelitani nel 1893.

Eremo dei Carmelitani (XVII secolo) - Hermitage of the Carmelites (XVII century)Il convento si presenta come un'imponente costruzione a pianta rettangolare, in tipico stile rinascimentale integrata armonicamente con l'ambiente naturale circostante. La parte centrale fu dedicata alla chiesa e altri annessi, mentre i due lati a destra e a sinistra della chiesa a celle per gli eremiti. All'interno si apre un ampio chiostro con una grande vasca nel mezzo. Nel primo piano erano sistemate le dodici celle dei frati, nove stanze per gli ospiti, i luoghi di preghiera e molti servizi come la cucina, il refettorio, la dispensa, la libreria, la sala per riunioni, nel piano superiore sette stanze per i religiosi addetti ai servizi, i granai e i depositi per la frutta. Nei sotterranei si trovavano le cantine, i laboratori, la falegnameria e il forno. L'intera tenuta, che comprendeva anche cinque romitori sul monte, fu delimitata da una lunga cinta muraria con la porta principale situata verso settentrione in direzione dell'abitato di Montevirginio. Nella Chiesa, dedicata alla presentazione di Maria al tempio, spicca una tela fiamminga del 17º secolo attribuita a fra' Luca Di Nivelle. Il coro ha scanni in legno e quadri dello stesso autore, nella sacrestia vi è una grande pala dove sono effigiati alcuni membri della famiglia degli Orsini. La biblioteca conserva circa 8000 volumi, le 12 celle eremitiche, di stretta clausura sono collegate ciascuna da una scala a chiocciola con il sottostante giardinetto.

Eremo dei Carmelitani (XVII secolo) - Hermitage of the Carmelites (XVII century)L'eremo divenne presto anche una fiorente azienda agricola con orti, vigne, frutteti, stalle e ricoveri per il bestiame. I boschi, tagliati periodicamente, fornivano combustibile e legname vario.

Ora l'eremo, sempre di proprietà dei Carmelitani è abitato da pochi frati e l'azienda agricola è ridotta alla produzione di poche scorte destinate alla piccola comunità, i terreni seminativi, i vigneti e le pinete sono diventati quasi nella totalità pascoli. E' tutt'ora il centro di formazione dei novizi carmelitani, di accoglienza dei giovani e adulti in ricerca vocazionale, mentre il rifugio è luogo di incontro per gruppi che organizzano campi scuola, ritiri spirituali e convegni.
Dalla sua cima, ricoperta di boschi, si spazia in lontananza il territorio del Lazio, dagli Appennini al mare, dai colli Albani ai monti Cimini.


Surrounded by chestnut, nuts and beech woods, it took shape in the early years of 1600, when the Orsini of Bracciano and Monterano expressed their intention to build a hermitage on the Mount Sassano, so called for the presence of trachite stones (pietra manziana), later called Monte Virginio in honour of the founder of the hermitage and later, after the construction of a Via Crucis, changed its name again into Monte Calvario (although today, in local idiom, it’s known as Monte dell’Eremo (the Hermitage Mountain, ndt). Virginio Orsini, a Carmelite Monk, renounced all his possessions and convinced his father the Duke Paolo Giordano to give a huge amount of money to the Discalced Carmelite Friars to start to build the hermitage. Work began in 1651 and ended in 1668, seventeen years later. In 1670 the Church was inaugurated and in 1810 the friars abandoned the hermitage because of the Napoleonic suppression. In november the 13th 1811 a certain Giuseppe Merenda, Lieutenant of the 3rd Regiment led by the Marquis Massimi, bought it back from Napoleonic Government for 26.000 francs, allowing the monks to come back in 1817. In 1837 the Convent was auctioned and bought by Prince Altieri who sold it to the Carmelites in 1893.

The convent is a huge rectangular building in typical Renaissance style intagrated harmoniously with the surrounding environment. The central part was dedicated to the Church and outbuildings while both the right and left sides of the Church were dedicated to the cells for the hermits. Inside there is a large cloister with a big tub in the middle. The twelve friars’ cells, the nine rooms for the guests, the prayer rooms and many services such as the kitchen, the refectories, the pantry, the library and the meeting hall were on the first floor; the seven rooms for the clerics in charge of the services, the barn and the pantry for the fruit were on the upper floor; in the basement there were the cellar, the workshops, the carpentry and the oven. The entire estate, which also included five hermitages on the mountain, was bordered by a long wall whose main door was located in the direction of the village of Montevirginio. In the Church, dedicated to the Presentation of Mary in the temple, stands out a 17th century Flemish painting attributed to Fra' Luca Di Nivelle. The choir has wooden benches and paintings by the same author and in the sacristy there is a big altarpiece depicting some members of the Orsini family. The library holds about 8.000 volumes and 12 strict cloistered hermit cells, each of which is connected to the garden below by a spiral staircase. The hermitage soon became also a thriving farm with vegetable gardens, vineyards, orchards, stables and cattle shelters. The forests, cut periodically, supplied fuel and various wood.

Now the hermitage, always owned by the Carmelites, is inhabited by a few friars and the farm produces just few stocks for the small community; arable lands, vineyards and pine forests have become almost entirely pastures. It is still the center of formation of Carmelite novices, reception centre for young people and adults in vocational research while the refuge is a meeting place for groups that organize school camps, spiritual retreats and conferences.
From its top, covered with woods, you can admire the territory of Lazio from the Appennines to the sea, from the Alban hills to the Cimini mountains.